10 Luglio 2023

Tumori: “In Perù gli oncologi adottano le linee guida AIOM così può migliorare l’accesso a test e farmaci innovativi”

Gli oncologi peruviani (e presto di tutta l’America Latina) seguono le Linee Guida stilate dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e tradotte in spagnolo proprio per essere adottate dai clinici locali. È un ponte della ricerca contro il cancro che unisce due Paesi molto vicini anche se lontani geograficamente, vista la consistente percentuale di popolazione peruviana di origini italiane. La collaborazione è già iniziata con le Raccomandazioni AIOM sul test BRCA nel tumore della mammella e con le Linee Guida sul tumore del colon e della mammella, disponibili nella versione in spagnolo. E, nei prossimi mesi, sarà pronta anche la traduzione degli aggiornamenti delle Linee Guida sui principali big killer, cioè sulle neoplasie del polmone, colon-retto e mammella. L’obiettivo è promuovere anche in Perù (e in tutta l’America Latina) l’oncologia di precisione. In questo Paese, è difficile per i pazienti l’accesso ai test molecolari e alle relative terapie innovative. Diventa quindi fondamentale, per gli specialisti, avere a disposizione strumenti come le Linee Guida, che favoriscono l’appropriatezza prescrittiva dei trattamenti e degli esami diagnostici. La collaborazione fra Italia e Perù sarà siglata nel Congresso internazionale “AIOM meets America Latina”, che si terrà tra un mese (il 10 e 11 agosto) a Lima alla Ricardo Palma University. Nel 2020 in Perù, che ha circa 33 milioni di abitanti, sono stati stimati 66.669 nuovi casi di cancro e i decessi sono stati 34.570. In Italia, che ha 59 milioni di abitanti, nel 2022 sono stimate 390.700 nuove diagnosi, con 181.330 morti (nel 2021).

“Le Linee Guida AIOM – afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM – sono documenti elaborati grazie all’impegno di oltre 500 professionisti, con il coinvolgimento di 45 diverse Società Scientifiche. Solo nel 2022 sono stati 320.203 gli accessi ai pdf delle Linee Guida sul sito aiom.it. Le Linee Guida, che rappresentano la medicina basata sull’evidenza, attraverso un processo sistematico e trasparente rendono possibile il trasferimento nella pratica clinica di tutte le nuove conoscenze prodotte dalla ricerca. La scienza non ha confini e vogliamo condividere questo importante lavoro con i colleghi peruviani. Ci auguriamo che questo nostro impegno possa contribuire a superare gli ostacoli che i pazienti del Paese sudamericano incontrano nell’accesso ai test molecolari e alle terapie innovative”.

I cinque tumori più frequenti in Perù sono quelli della prostata (8.700 casi stimati nel 2020), mammella (6.860), stomaco (6.300), colon-retto (4.636) e cervice uterina (4.270). I cinque big killer sono rappresentati dal cancro dello stomaco (4.979 decessi nel 2020), polmone (2.595), prostata (2.433), colon-retto (2.365) e cervice uterina (2.288).

“I dati epidemiologici evidenziano importanti differenze fra Italia e Perù nell’incidenza e mortalità per cancro – spiega Jhony De La Cruz-Vargas, Oncologo e Direttore Generale dell’Istituto di Scienze Biomediche alla Ricardo Palma University di Lima -. Innanzitutto, in Italia, i decessi per carcinoma dello stomaco sono in costante calo e, nel periodo compreso fra il 2015 e il 2021, la diminuzione è stata del 25,1% nelle donne e del 18,4% negli uomini. Invece, in Perù, questa neoplasia resta la principale causa di morte oncologica. La dieta scorretta, le difficoltà nella conservazione degli alimenti in alcune aree del Paese e l’infezione da Helicobacter pylori hanno un impatto molto importante. Inoltre, in Perù, il carcinoma della cervice uterina è al quinto posto sia per incidenza che per mortalità. Si tratta di una neoplasia in calo in molti Paesi, grazie all’individuazione di lesioni precancerose con gli screening. Anche in Perù deve essere migliorata la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dei programmi di prevenzione secondaria e della vaccinazione anti HPV”.

“I test molecolari sono parte essenziale della pratica clinica quotidiana in Italia, ma non è ancora così in Perù – afferma Antonio Russo, Tesoriere AIOM, Professore Ordinario di Oncologia Medica, DICHIRONS – Università degli Studi di Palermo, e Presidente COMU (Collegio Oncologi Medici Universitari) -. Le caratteristiche molecolari del singolo tumore definiscono il trattamento per ogni persona colpita dal cancro. È il cardine dell’oncologia di precisione, un approccio che mira a offrire il farmaco ‘giusto’ al paziente ‘giusto’ al momento ‘giusto’, migliorando così l’efficacia delle terapie e la qualità di vita. Oggi più del 25% dei pazienti oncologici in fase avanzata di malattia potrebbe ricevere una terapia mirata sulla base di un biomarcatore, cioè delle caratteristiche genetico-molecolari della neoplasia. Inoltre, alcuni farmaci a bersaglio molecolare hanno dimostrato attività anche in fasi precoci di malattia e possono rivestire un ruolo importante anche nelle terapie neoadiuvanti e adiuvanti, cioè prima e dopo la chirurgia, in pazienti con tumori operabili. Anche l’immunoncologia, che negli ultimi 10 anni ha rivoluzionato la cura del cancro, rientra nel concetto di oncologia di precisione e oggi è lo standard di cura in diverse neoplasie in stadio metastatico o ad alto rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico”.

“I biomarcatori sono l’insieme delle caratteristiche genetico-molecolari dei tumori, necessarie per definire la terapia personalizzata – sottolinea il Prof. De La Cruz-Vargas -. Le Linee Guida AIOM e quelle internazionali suggeriscono che, nei tumori per i quali sono disponibili farmaci a bersaglio molecolare, la determinazione dei biomarcatori debba essere eseguita contestualmente alla valutazione istologica della malattia, per fornire al clinico tutte le informazioni necessarie per la scelta della terapia più efficace. In Perù è necessario migliorare la consapevolezza degli oncologi sull’importanza dei test molecolari. Esami e terapie devono andare di pari passo, per questo va migliorato anche l’accesso ai trattamenti innovativi”.

“Alla scoperta di un’alterazione molecolare con ruolo predittivo deve far seguito una terapia mirata – continua il Prof. Russo -. Il carcinoma del polmone non a piccole cellule con mutazioni dell’EGFR o con traslocazione di ALK o di ROS1, i tumori della mammella o dello stomaco con amplificazione di HER2, il melanoma cutaneo con mutazioni di BRAF, il carcinoma del colon-retto privo di mutazioni di KRAS o di NRAS o di BRAF rappresentano alcuni esempi di sottogruppi molecolari di neoplasie, per i quali sono già oggi disponibili specifici trattamenti in grado di modificare in maniera significativa il decorso della malattia in fase avanzata o metastatica”.

“Abbiamo scelto di avviare la collaborazione con gli oncologi peruviani con la traduzione in spagnolo delle Raccomandazioni AIOM sul test BRCA nel tumore della mammella – conclude il Presidente Cinieri -. Gli studi sui geni BRCA rappresentano la frontiera più avanzata nel campo dell’oncogenetica e la punta di diamante dell’oncologia di precisione nella ricerca e sviluppo di nuove terapie personalizzate su base molecolare. L’identificazione di varianti nei geni BRCA in una donna con tumore della mammella permette inoltre di intraprendere, a cascata, un percorso di consulenza oncogenetica nei familiari per identificare i portatori ad alto rischio. A questi ultimi possiamo proporre programmi mirati di diagnosi precoce dei tumori associati alle sindromi a trasmissione familiare BRCA e strategie finalizzate alla riduzione del rischio”.

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