Il tumore del seno ha diverse opzioni di cura disponibili: chirurgia, radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia e terapie biologiche. Questi trattamenti possono essere usati da soli o in combinazione, in base allo stadio di della malattia.
Chirurgia
E’ un trattamento che è stato migliorato nel corso degli anni: dai primi interventi radicali si è passati ad interventi “conservativi” che mirano ad eliminare solo la massa tumorale.
Nel caso di mastectomia, (asportazione chirurgica di una mammella) i progressi in questo campo consentono inoltre di ricostruire il seno anche durante l’intervento stesso, evitando alla paziente lo stress di un nuovo intervento e garantendo un miglior recupero.
La degenza in ospedale per l’intervento dura in media dai 2 ai 5 giorni e solo in caso di complicanze i tempi di ricovero si allungano. Nei giorni immediatamente successivi all’operazione è possibile sentire dolore o fastidio intorno alla ferita e sotto il braccio. I disturbi tendono a scomparire dopo qualche settimana.
Radioterapia
Attraverso radiazioni ad alta energia si distruggono le cellule tumorali, cercando di non danneggiare i tessuti sani.
Viene effettuata di solito dopo l’operazione chirurgica, ma è possibile che venga effettuata già durante l’intervento.
La radioterapia si protrae solitamente per 5 o 6 settimane, con brevi applicazioni, ripetute per 5 giorni di seguito. Nelle pazienti con cancro alla mammella metastatico è utilizzata per alleviare i sintomi.
A volte può causare effetti collaterali come arrossamento e “trasudazione” della cute, nausea e fatigue. Finiscono una volta terminato il ciclo di trattamento.
Chemioterapia
Consiste in farmaci che possono essere somministrati dopo l’intervento chirurgico per ridurre la probabilità di recidiva (chemioterapia adiuvante o precauzionale) oppure, nel caso di tumori localmente avanzati, prima della chirurgia (chemioterapia neoadiuvante o primaria) con l’obiettivo di rendere operabile il cancro.
In alcuni casi di tumore operabile alla diagnosi, la chemioterapia neoadiuvante o primaria può essere somministrata per aumentare la possibilità di chirurgia conservativa (riducendo le dimensioni del tumore stesso). Quando invece il cancro si è diffuso in altre parti del corpo, la chemioterapia può essere utilizzata per ridurre i sintomi, migliorare la qualità di vita e prolungare il più possibile la sopravvivenza.
I farmaci sono somministrati per via endovenosa o per via orale.
L’effetto collaterale più temuto dalle pazienti è la perdita dei capelli.
Non riguarda però tutti i farmaci e di solito i capelli ricrescono nell’arco di 3-6 mesi.
Ormonoterapia
Consiste nella somministrazione di farmaci che bloccano l’attività degli ormoni estrogeni, che si ritiene siano coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo di almeno un terzo dei tumori mammari.
I meccanismi d’azione sono principalmente tre:
- impedire alla cellula tumorale di essere influenzata da ormoni estrogeni prodotti dall’organismo attraverso la somministrazione di un antiestrogeno
- inibire la produzione degli estrogeni nelle donne in post-menopausa
- inibire la produzione degli estrogeni prodotti dalle ovaie, nelle donne in pre-menopausa
La terapia ormonale può essere attuata sia nelle donne con forme iniziali di carcinoma mammaria (ormonoterapia adiuvante) sia nelle donne con carcinoma mammario metastatico.
Trova indicazione quando le cellule tumorali presentano alcuni specifici recettori ormonali e presenta di solito meno effetti collaterali rispetto alla chemioterapia. Può essere somministrata anche agli anziani o alle persone in precarie condizioni di salute.
Da alcuni anni è disponibile una nuova classe di farmaci che contribuiscono a rallentare la progressione del tumore del seno in fase avanzata, inibendo due proteine chiamate chinasi ciclina-dipendente 4 e 6 (CDK-4/6). Quest’ultime, quando vengono iperattivate, possono consentire alle cellule tumorali di crescere e di dividersi in modo eccessivamente rapido.
Terapie biologiche
Sono definite anche “terapie mirate” e sono rivolte contro le vie che controllano la crescita e la diffusione del cancro, modulando specifici processi molecolari e cellulari che partecipano allo sviluppo e alla progressione della malattia (ad esempio, anticorpi monoclonali).
Nel caso di carcinomi della mammella che presentano una espressione in eccesso di un recettore chiamato HER 2, è oggi disponibile un anticorpo monoclonale che, in aggiunta alla chemioterapia riduce il rischio di ricomparsa del tumore operato. Per le forme metastatiche sono disponibili due tipi di anticorpi monoclonali anti-HER2.