Archivio degli autori Fabrizio Fiorelli

25 Gennaio 2023

Farmaci: anziani a rischio reazioni avverse da molte pillole

25 gennaio 2023 – Gli anziani che assumono fino a 10 farmaci al giorno hanno un rischio triplo di eventi avversi, soprattutto le donne. Lo rivela uno studio sul British Journal of General Practice coordinato da Emma Wallace, della University College Cork. Complessivamente, una persona anziana su quattro sperimenta reazioni avverse ai farmaci prescritti dal proprio medico di famiglia, suggerisce la ricerca. Secondo lo studio, tra i farmaci più comunemente associati alle reazioni avverse vi sono quelli utilizzati per il trattamento dell’ipertensione e di altre patologie cardiache, forti antidolorifici come il tramadolo e antibiotici come l’amoxicillina.
Un rapporto del Servizio Sanitario Inglese ha rilevato che il 10% delle prescrizioni mediche dispensate attraverso l’assistenza primaria in Inghilterra sono inappropriate o inutili. Lo studio ha monitorato 592 pazienti di età pari o superiore a 70 anni in 15 ambulatori generali per un periodo di sei anni. Uno su quattro ha sperimentato almeno una reazione avversa. Le reazioni avverse più comuni sono secchezza delle fauci, gonfiore delle caviglie, mal di testa e nausea. Secondo i ricercatori, i pazienti a cui erano stati prescritti 10 o più farmaci avevano un rischio tre volte maggiore di sperimentare una reazione avversa. Secondo lo studio, le donne avevano almeno il 50% di probabilità in più di avere una reazione avversa rispetto agli uomini. Nel complesso, la maggior parte delle reazioni avverse identificate è stata lieve e si è risolta, hanno detto i ricercatori. Tuttavia, circa l’11% era di gravità moderata e otto pazienti hanno dovuto essere ricoverati in ospedale a causa delle reazioni. “Le reazioni avverse da farmaci possono essere difficili da identificare negli anziani, poiché spesso si presentano come sintomi non specifici”, scrivono i ricercatori. “I medici di base sono nella posizione ideale per rilevare l’insorgenza di reazioni avverse da farmaci prescritti nell’assistenza primaria e in altri contesti di cura. La de-prescrizione di farmaci inefficaci e di quelli non più clinicamente indicati è un approccio per ridurre il rischio di reazioni avverse nei pazienti anziani”, concludono gli esperti.

24 Gennaio 2023

Attività fisica moderata-intensa aiuta le abilità mentali

24 gennaio 2023 – Memoria, capacità di pianificazione e organizzazione e tanti altri aspetti e funzioni mentali si possono ”allenare” facendo attività fisica di intensità almeno moderata: infatti uno studio su quasi 9 mila persone mostra che chi, durante la mezza età, svolge attività fisica di intensità almeno moderata o meglio ancora se vigorosa sfoggia migliori performance cognitive. Togliere solo pochi minuti al giorno di questa attività si associa a un peggioramento significativo delle abilità cognitive.

Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health e condotto presso la University College di Londra. Gli esperti hanno considerato un campione di 8581 individui di 46-47 anni i partecipanti hanno eseguito vari test cognitivi per la memoria verbale e la funzione esecutiva (pianificazione, organizzazione). I partecipanti hanno indossato per diversi giorni un sensore di attività da polso. I partecipanti hanno registrato una media di 51 minuti di attività fisica da moderata a intensa, 5 ore e 42 minuti di attività fisica di intensità leggera, 9 ore e 16 minuti di comportamenti sedentari e 8 ore e 11 minuti di sonno nell’arco delle 24 ore. Il tempo trascorso in attività fisica moderata-intensa rispetto ad altri tipi di comportamento si associa positivamente alle prestazioni cognitive. Infine i ricercatori hanno ridistribuito teoricamente il tempo da una attività all’altra tra tutte quelle considerate, minuto per minuto, per stimare l’impatto che ciò avrebbe potuto avere sui punteggi delle prestazioni cognitive globali. Così hanno visto che le prestazioni cognitive aumentano al crescere del tempo in cui l’attività fisica da moderata a intensa viene teoricamente sostituita ad altre attività. Al contrario le abilità mentali peggiorano dell’1-2% solo sostituendo 8 minuti di attività più vigorosa con attività sedentarie. Allo stesso modo, la sostituzione delle attività vigorose con 6 minuti di attività fisica leggera o 7 minuti di sonno è stata collegata a cali dell’1-2% delle abilità mentali. Più minuti di attività fisica da moderata a intensa si tolgono e peggio è per la mente. Poiché siamo vigorosamente attivi solo per una minima parte del giorno, rubare anche pochi minuti a questa attività ha un impatto notevole sul cervello.

23 Gennaio 2023

Fumo: Schillaci, prevenzione nostro cavallo di battaglia

23 gennaio 2023- “Dobbiamo affrontare il tema all’interno della prevenzione, uno dei cavalli di battaglia su cui metterò l’attenzione del mio dicastero”. E’ quanto ha affermato, nei giorni scorsi a margine di un’intervista on line, dal Ministro della Salute Orazio Schillaci in merito alla lotta al fumo. Una stretta, ribadisce, “in linea con il piano europeo contro il cancro che ha come finalità quella di creare una generazione libera dal tabacco nella quale meno del 5% delle popolazioni consumi tabacco entro il 2040”. “Credo – aggiunge Schillaci – che la tutela della salute pubblica non può che passare per una maggiore attenzione al fenomeno del tabagismo e più in generale alla prevenzione degli stili di vita”. “Noi, insieme al Giappone, siamo una delle popolazioni più longeve al mondo e questo significa però che i nostri anziani spesso sono affetti da una serie di patologie croniche” con una conseguente spesa importante per il servizio sanitario nazionale. Quindi oltre a puntare a riorganizzare il Ssn e cercare di incrementare il Fondo, occorre anche “ridurre l’incidenza delle malattie e quindi una prevenzione contro il tabagismo e i danni da fumo è in questa direzione e credo sarà molto utile e importante soprattutto per il futuro”.

20 Gennaio 2023

OMS: in 7 giorni nel mondo 2,8 milioni di casi di Covid

20 gennaio 2023 – Dal 9 al 15 gennaio 2023 sono stati segnalati quasi 2,8 milioni di nuovi casi di Covid-19 nel mondo e oltre 13.000 decessi. Negli ultimi 28 giorni sono 13 milioni i casi e quasi 53.000 i decessi, con -7% e +20% rispetto alle 4 precedenti settimane. Mente da inizio pandemia al 15 gennaio 2023, sono stati oltre 662 milioni i casi di Covd-29 e oltre 6,7 milioni i decessi.

Lo rende noto l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) nel bollettino settimanale, precisando come le tendenze debbano essere “interpretate considerando la riduzione dei test e i ritardi segnalazione in molti paesi durante le festività natalizie” A livello regionale, il numero di nuovi casi settimanali segnalati è aumentato solo nella regione dell’Oms del Mediterraneo orientale (+6%) mentre è diminuito o è rimasto stabile in Africa (-40%), Europa (-35%), Sud-Est Asiatico (-17%) Americhe (-12%) e nella Regione del Pacifico Occidentale (simile alla settimana precedente). I decessi settimanali sono aumentati nel Pacifico occidentale (+43%), Americhe (+10%) e Mediterraneo Orientale (+9%); mentre è diminuito nella regione europea (-40%) e del sud-est asiatico (-13%) ed è rimasto stabile nella regione africana. A livello nazionale, il numero più alto di nuovi casi settimanali è stato segnalato dal Giappone (1.025.321 nuovi casi; -4%), Stati Uniti (415.864; -10%), Repubblica di Corea (286.291; -29%). Il numero più alto di nuovi decessi settimanali è stato segnalato dagli Stati Uniti d’America (3.922 nuovi decessi; +46%), Giappone (2.849; +33%), Cina (802 ; +3%).

19 Gennaio 2023

Covid: i vaccini non hanno aumentato le malattie cardiache

19 gennaio 2023 – I vaccini anti Covid non hanno provocato un aumento del rischio di eventi avversi come infarti, ictus, arresti cardiaci, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde. E’ quanto ha rilevato uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines, coordinato da Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna. La ricerca ha seguito per diciotto mesi l’intera popolazione della provincia di Pescara, raccogliendo i dati sanitari. Nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Lo studio La ricerca ha raccolto i dati sanitari dei residenti nella provincia abruzzese e ha analizzato la frequenza di alcune malattie gravi cardiovascolari e polmonari, tenendo in considerazione numerosi fattori come l’età, il sesso e il rischio clinico dei partecipanti.
“I risultati che abbiamo ottenuto – dice il prof. Manzoli – mostrano in modo netto che tra i vaccinati non c’è stato un aumento di rischio di malattie gravi. Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo”. L’analisi ha anche confermato che le persone vaccinate che hanno contratto il Covid sono più protette contro il Coronavirus rispetto a chi è guarito senza essersi vaccinato. Una maggiore incidenza delle patologie considerate è invece emersa tra chi non ha contratto il Covid e ha solo una o due dosi di vaccino, rispetto a chi ne ha tre o più. “Questo dato controintuitivo – spiega Manzoli – è dovuto a un bias epidemiologico causato dalle restrizioni attuate durante l’emergenza: l’83,2% delle persone vaccinate che non ha contratto il Covid ha ricevuto almeno tre dosi di vaccino: chi ha ricevuto solo una o due dosi non ha completato il ciclo vaccinale, o perché è deceduta o perché è stata scoraggiata dall’insorgenza della malattia”.

18 Gennaio 2023

Carenza farmaci, Schillaci: “30 quelli davvero mancanti”

18 gennaio 2023 – Per la carenza di farmaci “il problema davvero reale è su 30 medicinali. Seguiamo la questione e c’è un tavolo aperto”. E’ quanto ha affermato ieri il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, al termine della sua informativa sul tema in Commissione Affari sociali alla Camera. Sui farmaci mancanti “gli italiani possono stare tranquilli, non serve fare scorte” ha assicurato Schillaci. In Commissione Affari sociali della Camera, il ministro ha osservato che sul tema della carenza dei farmaci “bisogna anche constatare che la comunicazione allarmistica di questi giorni sta generando quella che tecnicamente si chiama ‘carenza di rimbalzo’: l’accaparramento del farmaco da parte dei pazienti, preoccupati di avere a disposizione una scorta di un prodotto che sembrerebbe ‘a rischio’, rafforza il picco di domanda, e crea ulteriori tensioni nell’approvvigionamento”.

“L’11 gennaio scorso – ha ricordato – ho convocato un tavolo di lavoro permanente sull’approvvigionamento dei farmaci per definire la reale entità del fenomeno” carenze “e indicare proposte risolutive”. Tavolo allargato anche “ai Nas e ai medici di medicina generale”. Quello che emerge è che, ha fatto notare il ministro, “una sovrapposizione di fenomeni di natura diversa (aumenti di costi legati alla situazione internazionale, picco di domanda per i farmaci ‘stagionali’, polarizzazione su poche molecole delle scelte terapeutiche proposte dai prescrittori per le malattie di stagione, coda delle difficoltà produttive legate alla pandemia da Covid) sta creando tensione nell’approvvigionamento di alcuni medicinali specifici, fondamentalmente antiinfiammatori, antinfluenzali e antibiotici”. Visto il quadro corrente, ha annunciato Schillaci, “oltre a supportare le iniziative di comunicazione tese a chiarire la reale situazione delle carenze, si è già valutato di procedere, dopo questa fase di ‘crisi mediatica’, a una revisione dell’impianto della lista dei farmaci carenti, già discussa e concordata in sede di Tavolo Tecnico Indisponibilità presso l’Agenzia italiana del farmaco Aifa, con gli attori interessati: si provvederà ad espungere dalla lista principale tutti i farmaci di non significativa importanza. In questo quadro, sarà anche possibile definire e promuovere d’intesa con tutta la rete ulteriori iniziative formative e informative che aiutino ad aumentare l’accesso agli strumenti già disponibili (equivalenti, galenica, importazione). In prospettiva, inoltre, sono stati proposti anche altri interventi strutturali rispetto al tema degli aumenti di costi indotti dalla tensione internazionale: la rivalutazione dei prezzi dei farmaci al di sotto della soglia dei 5 euro, che sono a maggiore rischio di perdita di remuneratività, è ad esempio tra questi”.

11 Gennaio 2023

Alcol: ok UE a Irlanda per etichetta con avvertenze sanitarie

11 gennaio 2023 – L’Irlanda potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. La norma è stata notificata a giugno da Dublino a Bruxelles, che – con il periodo di moratoria che è scaduto a fine dicembre 2022 – ha confermato che le autorità nazionali possono adottare la legge.
Il via libera arriva nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici nell’ambito del piano per battere il cancro. Con la decisione di Bruxelles l’esempio irlandese potrebbe essere seguito da altri Paesi. Per Dublino, il forte consumo di alcolici è un’emergenza sanitaria nazionale e giustifica etichette che dovranno contenere: un avvertimento sui danni del consumo di alcol, un monito sul suo legame diretto con tumori mortali, la quantità di alcol in grammi (invece che in percentuale), le calorie, un pittogramma (uguale a quello già in uso) sui rischi per la gravidanza, e un link a un sito web su alcol e salute. Diversi Paesi si sono opposti alla misura, perché crea frammentazione nel mercato interno ed è sproporzionata, soprattutto in vista di un confronto a livello Ue in materia. Nel piano per battere il cancro del 2021, la Commissione ha annunciato proposte per ridurre il “consumo dannoso” di alcol, tra cui proprio l’etichettatura obbligatoria con elenco degli ingredienti, dichiarazione nutrizionale e avvertenze per la salute. Su quest’ultima questione nel febbraio 2022 l’Europarlamento si è spaccato, raggiungendo un faticoso compromesso dicendo sì a maggiori informazioni sulle bottiglie ma senza riferimenti ad avvertenze sanitarie. Il via libera alla norma irlandese crea tuttavia le premesse perché altri Paesi possano adottare un’etichetta del genere, come raccomandato anche dall’OMS.

10 Gennaio 2023

Studio: mangiare sano allunga la vita, qualunque sia la dieta

10 dicembre 2022 – Mangiare sano, qualunque sia lo stile alimentare che ci piace, allunga la vita. Lo rivela uno studio condotto da Frank Hu, della the Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston. Lo studio ha coinvolto un campione enorme, il cui stato di salute è stato monitorato per ben 36 anni. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine.

I partecipanti con un livello elevato di adesione ad almeno uno di quattro modelli alimentari sani considerati, ad esempio la dieta mediterranea, avevano meno probabilità di morire durante il periodo di studio per qualsiasi causa, in particolare per malattie cardiovascolari, cancro o malattie respiratorie, rispetto alle persone che non mangiavano sano. I ricercatori hanno utilizzato i dati sanitari raccolti in 36 anni per 75.230 donne e 44.085 uomini. Tutti i partecipanti erano sani all’inizio dello studio e hanno compilato questionari sulla dieta ogni quattro anni. Le loro informazioni sono state valutate in base a quattro modelli alimentari (Healthy Eating Index 2015, Alternate Mediterranean Diet, Healthful Plant-based Diet Index e Alternate Healthy Eating Index). Tutti condividono componenti alimentari chiave, tra cui consumo di cereali integrali, frutta, verdura, noci e legumi, seppur con alcune differenze tra ciascun modello alimentare. Gli indici assegnano un punteggio (da uno a 10) al livello di fedeltà verso ciascuno degli stili alimentari raccomandati (ad esempio mediterraneo o vegetariano). Un punteggio più alto ad almeno uno degli indici è stato associato a un minor rischio di morte prematura per tutte le cause e per malattie cardiovascolari, cancro e malattie respiratorie. Punteggi più alti al modello di dieta mediterranea era associato a un minor rischio di morte per malattie neurogenerative. Le attuali linee guida dietetiche Usa raccomandano molteplici modelli alimentari sani che possono essere adattati alle tradizioni e alle preferenze alimentari individuali. Una versione aggiornata delle linee guida viene pubblicata ogni cinque anni dai Dipartimenti della Salute e dei Servizi Umani (HHS) e dell’Agricoltura (USDA) degli Stati Uniti. “I nostri risultati saranno preziosi per il Comitato consultivo per le linee guida dietetiche 2025-2030, che si sta formando per valutare le prove attuali relative ai diversi modelli alimentari e agli esiti sulla salute”, ha concluso Hu.

9 Gennaio 2023

ISS: influenza e sindromi simil-influenzali ancora in calo

9 gennaio 2022 – Prosegue il calo del numero di casi di sindromi simil-influenzali in Italia. Nella 52esima settimana del 2022 (dal 26 dicembre 2022 al 1 gennaio 2023), infatti, l’incidenza scende a 12,2 casi per mille assistiti (era 13,7 nella settimana precedente).

E’ quanto rende noto l’ultimo rapporto Influnet stilato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). I casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono stati circa 719.000, per un totale di circa 6.850.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza. In calo l’incidenza in tutte le fasce di età tranne che negli anziani in cui si osserva un lieve aumento. Risultano comunque più colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni di età in cui l’incidenza è pari a 34,6 casi per mille assistiti (42,2 nella settimana precedente). Nella fascia di età 5-14 anni l’incidenza è di 15,85 per mille assistiti, nella fascia 15-64 anni è di 10,96 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni si attesta a 7,24 casi per mille assistiti. Il numero di sindromi simil-influenzali è sostenuto, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori, tra i quali il virus respiratorio sinciziale, nei bambini molto piccoli, e il SARS-CoV-2. Scendono a due le Regioni (Valle d’Aosta, Abruzzo) in cui l’incidenza ha superato la soglia di massima intensità. Durante la settimana 52/2022 sono stati segnalati, attraverso il portale InfluNet, 1.432 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete InfluNet e, tra i 1.284 analizzati, 281 (21,9%) sono risultati positivi al virus influenzale. In particolare, 276 sono risultati di tipo A (190 di sottotipo H3N2, 35 H1N1pdm09 e 51 non ancora sottotipizzati) e 5 di tipo B. Nell’ambito dei suddetti campioni analizzati, 108 (8,4%) sono risultati positivi per SARS-CoV-2, mentre 331 sono risultati positivi per altri virus respiratori, in particolare: 270 (21%) RSV, 34 Rhinovirus, 11 Metapneumovirus, 8 Adenovirus, 4 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2 e 4 virus Parainfluenzali.